
Non vedete l’ora di buttarvi a capofitto nella Virtual Reality? La magia è servita! Ma … attenzione agli inconvenienti.
La realtà virtuale è entrata nelle nostre case e inizia a diffondersi anche tra non addetti ai lavori o giocatori appassionati. La differenza rispetto ai giochi tradizionali (pc, console) è nell’esperienza immersiva che può essere attivata solo in un ambiente virtuale.
Così recita l’enciclopedia Britannica:

VR applications immerse the user in a computer-generated environment that simulates reality through the use of interactive devices, which send and receive information and are worn as goggles, headsets, gloves, or body suits.
Una precisazione: non confondiamo la realtà virtuale con il 3D. Quando ci troviamo in una sala cinematografica e indossiamo gli occhiali 3D, le immagini escono dallo schermo, mentre con la VR noi siamo dentro le immagini. Ci troviamo in una ambiente ricostruito, nel quale siamo immersi e ci orientiamo, indossando occhiali, cuffie, guanti o tute.

Come entrare nella realtà virtuale: i visori
La parola d’ordine è: visore a 6 gradi di libertà, o 6 punti di vista, in grado di intercettare in modo fluido il movimento all’interno dell’ambiente virtuale a 3 dimensioni: avanti/indietro, su/giù, sinistra/destra (non solo nelle 4 direzioni canoniche: avanti, indietro e ai lati). Il movimento lungo ognuno degli assi è indipendente sia gli assi di traslazione, che per gli assi di rotazione.
Un esempio: https://it.wikipedia.org/wiki/Descent. Il gioco fu uno dei primi a dare al giocatore libertà di movimento in ambienti tridimensionali, con piena rotazione lungo i tre assi.
È poi utile verificare, se possibile, il range dell’Interpupillary Distance (IPD), cioè la distanza tra le nostre pupille in millimetri (la scelta migliore è di farsela misurare in un centro ottico). Perché è importante conoscerla? Perché se la nostra IPD non rientra tra quelle previste dal visore, rischiamo di non mettere a fuoco gli oggetti nell’ambiente virtuale, compromettendo l’uso corretto del visore.
Vediamo ora i visori più diffusi
- Oculus Quest 2 – Supera ogni limite
https://www.oculus.com/quest-2/ – PC facoltativo: per giocare non è necessario collegare il visore a un PC.
- HTC Vive – Gaming, education, arts, design, research, collaboration and more.
https://www.vive.com/eu/product/ – PC necessario.
- Valve Index
https://www.valvesoftware.com/it/index/headset – PC necessario. La distanza interpupillare (DIP) e l’estrazione pupillare (distanza dalle lenti agli occhi) possono essere regolate per ottimizzare e adattare il campo visivo al tuo viso.
- Playstation VR
https://www.playstation.com/it-it/explore/playstation-vr/ – Console PS5 + PlayStation®Camera e adattatore. Audio 3D e microfono incorporato.
La VR è immersiva … e può ingannare
Facciamo quindi attenzione, soprattutto all’inizio, evitando movimenti bruschi o simulazioni impegnative, ad esempio un tuffo nelle montagne russe. Il rischio è la chinetosi o motion sickness: disturbo che alcune persone provano in seguito a spostamenti ritmici o irregolari del corpo nel corso di un esercizio o di un movimento.
La realtà virtuale è immersiva: inganna il nostro cervello, facendogli credere di trovarsi di fronte a una realtà reale. Anche se non completamente. Non ci troviamo in uno stato di ipnosi; in altre parole, abbiamo i piedi a terra, non abbiamo un’esperienza tattile diretta degli oggetti con i quali entriamo in contatto e … non sentiamo odori e sapori.
Giochi per la realtà virtuale: come sceglierli
I primi giochi? Comodi, comodi … meglio da seduti. Mi spiego meglio: i giochi, ma anche altre applicazioni VR con finalità educative o dedicate al training, si dividono in due grandi famiglie:
- giochi in prima persona: chi gioca si identifica con il protagonista della storia;
- giochi in terza persona: il protagonista della storia è un personaggio esterno.
I giochi in prima persona da seduti sono, probabilmente, i più semplici e li consiglio a chi vuole muovere i primi passi con la realtà virtuale. Appunto, comodi comodi … A seguire, i giochi in prima persona da giocare in piedi, da una postazione fissa (ad esempio, l’abitacolo del pilota) e teletrasporto (ne parliamo più avanti).
I giochi in terza persona prevedono due opzioni:
- telecamera fissa: cioè la telecamera segue solo in nostri movimenti;
- telecamera indipendente: la telecamera si muove seguendo le azioni del personaggio, creando un grado maggiore di libertà nel movimento.
Semplifichiamo: se il movimento all’interno dell’ambiente virtuale non coincide al 100% con il movimento della nostra testa, allora si alza la complessità del gioco. Il consiglio è di iniziare sempre con i giochi che non prevedono movimenti della telecamera indipendenti dal nostro movimento.
- Per tutti, comodi comodi – Superhot VR, Batman Arkham VR, Wilson’s Heart, Shadow Point, Dance Central, Headmaster (per chi ama il calcio), Moss (ambiente fantasy)
- Ci muoviamo un po’ – Beat Saber (forse il più popolare gioco VR … spade laser tagliacubi), In Death, Arizona Sunshine, The Climb (sbalorditivo), Half Life: Alyx (per molti il miglior gioco VR in circolazione), Edge of Nowhere
- Ci muoviamo, ma in sicurezza – Resident Evil 7, The Walking Dead: Saints & Sinners, Creed: rise to glory, Lone Echo (un capolavoro di realismo)
- No motion sickness – Wipeout Omega Collection, Elite Dangerous, Project Cars 2, Boneworks (massima complessità), Asgaro’s Wrath (ambiente fantasy)
Ci muoviamo o non ci muoviamo?
L’ambiente virtuale consente due modalità di movimento, attraverso la rotazione della testa e del corpo. Siamo vincolati alla posizione del corpo, ma possiamo avere una visione di 360 gradi dell’ambiente che ci circonda.
Ma come facciamo a spostarci? Dobbiamo usare i controller, le manopole che portiamo a entrambe le mani e che ci permettano di afferrare gli oggetti come fossero le nostre mani e, nello stesso tempo, di simulare il movimento reale all’interno dell’ambiente virtuale.
Teleport: punto lo stich su una zona del terreno, lo rilascio e … paf! mi trovo immediatamente in quel punto (senza transizione o passaggio).
Alcuni giochi propongono una versione del teleport a nodi. È una scelta funzionale alla sceneggiatura del gioco: semplifica le scelte al giocatore, mantenendo alto il coinvolgimento e la motivazione a giocare o interagire con l’applicazione virtuale.
Ma possiamo fare di più: Roomscale o Free locomotion.
Roomscale: posso muovermi e interagire con il flusso del gioco o dell’applicazione virtuale, ma solo all’interno della mia area di gioco. Il grado di free movement, nel flusso di un gioco, deve essere ben realizzato; in ogni caso, non dovrebbe essere meno definito del teleport.
Possibilità per alcune applicazioni di usare solo il visore per navigare e interagire senza uso dei controller, ad esempio TRIPP, applicazione per la meditazione.
Per Oculus si possono anche usare solo le mani per interagire con l’interfaccia virtuale: scorrere, selezionare, ecc.
I settori di applicazione della Realtà Virtuale.
In futuro, la Realtà Virtuale troverà applicazioni che, oggi, possiamo solo immaginare. Oggi prevalgono le realizzazioni nel mondo del gioco e dell’intrattenimento. Domani, grazie ai rapidi sviluppi della tecnologia, l’ambiente immersivo della VR entrerà in diversi settori.
Il mondo della cultura ad esempio. Musei, mostre e spazi espositivi, scuole, campus universitari … saranno tra i primi a sfruttare il teletrasporto. Immaginate solo questo: quando potremo tornare a New York per visitare il Guggenheim ? Non sarà come essere lì, ma i visori possono ricreare un ambiente museale, tranquillo (ci saranno visitatori in coda davanti ai dipinti?) e ricco di dettagli informativi che sapremo attivare comodamente, gestendo tempi e modalità della nostra visita (ci pensavano già nel 2016: https://www.guggenheim.org/blogs/checklist/extending-the-museum-experience-with-virtual-reality).
In ambito sanitario, gli psicologi applicano la VR a supporto del trattamento terapeutico dell’ansia, delle paure o del Disturbo Post Traumatico da Stress. Anche nella medicina, le tecnologie VR possono creare ambienti sofisticati per l’apprendimento o per esercitarsi, in particolare nella chirurgia.
E nel turismo? Indossiamo i visori e partiamo, per un primo passaggio virtuale nei luoghi che andremo a visitare di persona. Per scegliere prima, e arrivare informati in una località, magari confezionando un itinerario virtuale.
La realtà virtuale è per tutti?
Forse no, ma tutti possono provarla. E le applicazioni, oltre ai giochi, sono senz’altro numerose: salute, meditazione, training, educazione ecc.